Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



Ritorno a Krishna

La rivista del movimento Hare Krishna

volume 2 n. 10

Ottobre 1990

Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.











Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

Fondatore-Acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna arrivò in Occidente dall'India nel 1965, all'età di sessantanove anni, per soddisfare la richiesta del suo maestro spirituale: insegnare la Coscienza di Krsna in Occidente.
In dodici anni ha pubblicato più di settanta volumi di traduzione e commento dei testi classici dell'india vedica.
I suoi libri, ora disponibili anche nella versione italiana, e in altre cinquanta lingue, sono stati adottati come testi di studio nelle maggiori università del mondo.
Viaggiando costantemente in Europa, America, Australia, Africa e Asia, Srila Prabhupada ha strutturato il suo movimento internazionale in una confederazione mondiale di asrama, scuole, templi e comunità agricole.
Ha lasciato questo mondo nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Sri Krsna.
I suoi discepoli portano avanti il movimento a cui lui ha dato vita.


RITORNO A KRISHNA

la rivista mensile dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.
Quando Srila Prabhupada costituì questa Associazione a New York nel 1966, mise per iscritto gli obiettivi che essa si prefiggeva.

1. Diffondere sistematicamente il sapere spirituale in tutta la società ed educare ogni individuo alla pratica della vita spirituale per bilanciare lo scompenso di valori nel mondo attuale e raggiungere una pace e un'unità reali.
2. Diffondere la Coscienza di Krsna così come ci viene rivelata nella Bhagavadgita e nello Srimad-Bhagavatam.
3. Portare i membri dell'associazione a vivere insieme e avvicinarli a Krsna, l'Essere Supremo, promuovendo così l'idea, tra i membri e il resto dell'umanità, che ogni anima è una particella infinitesimale qualitativamente uguale a Dio, Krsna.
4. Insegnare e promuovere il movimento del sankirtana, il canto congregazionale dei Santi Nomi di Dio, come ci ha rivelato nei Suoi insegnamenti Sri Caitanya Mahaprabhu.
5. Erigere per i membri e per il resto della società un luogo dedicato ai divertimenti trascendentali e alla personalità di Krsna.
6. Unire i membri allo scopo di insegnare un modo di vivere più semplice e naturale.
7. Pubblicare e distribuire periodici, libri e altri scritti allo scopo di raggiungere i fini sopraelencati.















La Rivista del Movimento Hare Krishna

RITORNO
A KRISHNA

FONDATA NEL 1944

FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE
Alida D'AmbrosioAli Krsna devi dasi

REDATTORE CAPO
Parabhakti dasi

REDATTORI
Goura Krsna dasa - Giorgio Cerquetti, Gitamrta devi dasi,
Parabhakti dasi

TRADUZIONI
Prema Cintamani devi dasi, Parabhakti dasi,
bhakta Ruggero, bhaktin Rosanna, bhaktin Nicoletta

COMPOSIZIONI
Ekacakra dasa, Mayapura-devi dasi, Krsna Kanti dasa,
Lalita devi dasi, bhakta Ugo, bhakta Lorenzo

GRAFICA E IMPAGINAZIONE
Parabhakti dasi

AMMINISTRAZIONE
Nimai Pandita dasa

SERVIZIO ABBONAMENTI
Dananistha devi dasi

PRONUNCIA. La translitterazione dei termini sanscriti contenuti in questa rivista è stata eseguita secondo un metodo adottato internazionalmente. La a si pronuncia a chiusa. La a si pronuncia a, aperta e lunga. La i si pronuncia i lunga. La u si pronuncia u lunga. La j si pronuncia g dolce. La r si pronuncia ri. La s si pronuncia sc (come in scena), altrettanto s ma più sibilante. La h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (il suono sc è dolce); Caitanya si pronuncia Ciaitanya.

NOMI SPIRITUALI. I membri dell'I.S.K.CON., l'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna, ricevono uno dei nomi di Krsna o di un Suo grande devoto seguito dal suffisso dasa (dasi per le donne) che significa "servitore". Per esempio il nome Krsna dasa significa "servitore di Krsna".

ABBONAMENTI. RITORNO A KRISHNA esce tutti i mesi escluso agosto. Per informazioni sugli abbonamenti scrivere a:
B.B.T. Italia  Ufficio Abbonamenti
Via Bonazza 12  50028 Tavarnelle Val di Pesa FI
Tel. 055/80764148077534828470, Fax 055/8076630

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RITORNO A KRISHNA  Pubblicazione mensile registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89

VOL. 2 N. 10 Ottobre 1990

Bhaktivedanta Book Trust Italia

Via Bonazza 12  50028 Tavarnelle Val di Pesa - FI

SELEZIONI E IMPIANTI: La Cromolito  Milano

STAMPA: Centro Arti Grafiche - Como










VOL. 2, N° 10

CULTURA DIVINA
Conferenza tenuta da Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

L'OSSERVATORE VEDICO
Fatti e commenti a cura di Goura Krsna dasa

Libri
SRIMADBHAGAVATAM
Continua la pubblicazione del più grande classico della spiritualità tradotto e commentato da Sua Divina A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.

VITA E MORTE
Cos'è la forza senza la quale un corpo vivo diventa un corpo morto

KRSNA
Lo scopo della vita.

Scienze
BIG BANG
UNA TEORIA OPINABILE
Seconda parte

I dialoghi di Srila Prabhupada
PUREZZA E LIBERTA'

CANTATE HARE KRSNA E SIATE FELICI

IL CALENDARIO VAISNAVA

LA FESTA DELLA DOMENICA

IN COPERTINA: Krsna l'infinitamente affascinante















CULTURA
DIVINA

Conferenza di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna



Si pensa erroneamente che il Movimento per la Coscienza di Krsna rappresenti la religione Induista. In realtà la Coscienza di Krsna non è né una fede né una religione che intende contrapporsi ad altre fedi o religioni: è un movimento essenzialmente culturale rivolto a tutta la società e non contempla nessuna particolare fede settaria. Questo movimento culturale è stato particolarmente concepito per insegnare alla gente come amare Dio.
A volte gli Indiani, in India e al di fuori dell'India, ritengono che noi predichiamo la religione induista, cosa che in effetti non facciamo. Il termine "indù" non è mai menzionato né nella Bhagavadgita né nelle altre Scritture Vediche. Questo termine è stato introdotto dai mussulmani degli Stati vicini all'India: l'Afghanisthan, il Baluchistan e l'Iran i quali non essendo in grado di pronunciare correttamente la parola "Sindhu", il fiume che delimita le provincie a nordest dell'India, chiamarono questo fiume "Hindu" e gli abitanti di questa terra "Indù''.
In India, il termine usato dalla lingua Vedica per indicare gli europei è "mleecha" o "yavana": allo stesso modo "indù'' è il termine usato dai mussulmani per indicare gli abitanti dell'India.
La Bhagavadgita descrive la vera cultura Indiana e afferma che a seconda delle diverse qualità e delle diverse influenze della natura esistono svariati tipi di uomini che sono generalmente classificati in quattro ordini sociali e quattro ordini spirituali. Questo sistema di divisione sociale e spirituale viene chiamato varnasramadharma. I quattro varna, gli ordini sociali, sono: brahmana, ksatriya, vaisya e sudra. I quattro asrama, gli ordini spirituali, sono: brahmacarya, grhastha, vanaprastha e sannyasa. Il sistema del varnasrama è descritto nelle Scritture Vediche conosciute come Purana: obiettivo di questa istituzione della cultura Vedica è insegnare a ogni uomo come avanzare nella conoscenza di Krsna, di Dio. Questo è il programma Vedico.
Sri Caitanya, parlando con il grande devoto Ramananda Raya, chiese: "Su che cosa si basa la vita umana?" Ramananda Raya rispose che la civiltà ha inizio quando viene accettato il varnasramadharma; se non si è giunti allo standard del varnasramadharma non si può parlare di civiltà. Il Movimento per la Coscienza di Krsna cerca quindi di stabilire questo giusto sistema di civilizzazione, conosciuto come Coscienza di Krsna daiva-varnasrama: cultura divina.
In India, il sistema del varnasrama viene seguito in maniera distorta: un uomo nato in una famiglia di brahmana (l'ordine sociale più elevato) pretende di essere accettato come brahmana, cosa che gli Sastra (le Scritture) non ammettono. Il proprio progenitore può anche essere stato un brahmana secondo il gotra, l'eredità familiare, ma il vero varnasramadharma si basa sulle effettive qualità di una persona non sulla nascita o sull'eredità.
Non stiamo consigliando perciò l'attuale sistema degli induisti, specialmente di coloro che sono influenzati da Sankaracarya che negava direttamente l'esistenza di Dio affermando che la Verità Assoluta è impersonale.
Quella di Sankaracarya era una missione speciale; egli apparve per ristabilire l'influenza Vedica dopo il buddismo che, essendo stato sostenuto dall'imperatore Asoka duemilaseicento anni fa, si era praticamente diffuso in tutta l'India. Secondo le Scritture Vediche, Buddha è un'incarnazione di Krsna con particolari poteri, apparsa per uno scopo preciso. Il suo insegnamento, la sua fede, furono accettati ampiamente ma Buddha rifiutò l'autorità dei Veda e mentre il Buddismo si diffondeva, la cultura Vedica subiva di conseguenza un arresto sia in India che negli altri paesi. Poiché Sankaracarya aveva come unico scopo respingere la filosofia Buddista, introdusse una filosofa chiamata Mayavada.
La filosofia Mayavada, che esiste da tempo immemorabile, è in pratica atea perché immagina l'esistenza di Dio. L'attuale religione o cultura indiana si basa sulla filosofia Mayavada di Sankaracarya che è una specie di compromesso con quella Buddista. Secondo questa filosofia Dio in realtà non esiste e se anche esistesse sarebbe impersonale e onnipervadente; può essere quindi immaginato in qualsiasi forma. Questa asserzione contrasta con le Scritture Vediche che menzionano molti Deva che vengono adorati per scopi diversi ma che in ultima analisi accettano come controllore supremo il Signore Supremo, Visnu. Questa è la vera cultura Vedica.
La filosofia della Coscienza di Krsna non nega l'esistenza di Dio e dei Deva mentre la filosofia Mayavada sostiene che non esistono né Dio né i Deva. Secondo i Mayavadi in ultima analisi non esiste nulla. Dicono che si può immaginare qualsiasi autorità, Visnu, Durga, Siva o il Deva del sole, perché questi sono i Deva che vengono generalmente adorati ma in realtà non accettano l'esistenza di nessuno di loro. I Mayavadi sostengono infatti che essendo impossibile concentrare la propria mente sul Brahman impersonale, si possono immaginare queste forme. Questo è un nuovo metodo chiamato pancopasana, introdotto da Sankaracarya. La Bhagavadgita tuttavia non insegna queste dottrine che non sono perciò autorevoli e sostiene che i Deva esistono; i Deva vengono menzionati nei Veda e non si può quindi negarne l'esistenza ma non devono essere accettati e adorati secondo il punto di vista di Sankaracarya. L'adorazione dei Deva viene respinta dalla Bhagavadgita che asserisce con chiarezza che:

kamais tais tair hrta jnanah
prapadyante 'nyadevatah
tam tam niyamam asthaya
prakrtya niyatah svaya

"Coloro che hanno la mente distorta dai desideri materiali si sottomettono agli esseri celesti e seguono, ciascuno secondo la propria natura, i diversi riti del loro culto" (Bg. 7.20)

Inoltre, nel secondo capitolo della Gita, verso 44, Sri Krsna afferma:


bhogaisvaryaprasaktanam
tayapahrtacetasam
vyavasayatmika buddhih
samadhau na vidhivate

"Nella mente di coloro che sono troppo attaccati al piacere dei sensi e alla ricchezza materiale e sono sviati da questi desideri, la risoluta determinazione a servire il Signore Supremo con devozione non trova posto".

A questo proposito la Bhagavadgita fornisce ulteriori spiegazioni nel settimo capitolo, verso 23:


antavat tu phalam tesam
tad bhavaty alpamedhasam
devan devayajo yanti
madbhakta yanti mam api

"Gli uomini di scarsa intelligenza adorano gli esseri celesti e ottengono frutti limitati e temporanei. Chi adora gli esseri celesti raggiunge i loro pianeti ma i Miei devoti certamente raggiungono il Mio pianeta supremo". Le ricompense offerte dai Deva sono temporanee in connessione col corpo temporaneo. Qualsiasi facilitazione materiale si ottenga dalla scienza moderna o dalle benedizioni dei Deva, si esaurirà con il corpo mentre l'avanzamento spirituale non avrà mai fine.
La gente non dovrebbe pensare che noi predichiamo un'altra religione: noi insegniamo semplicemente ad amare Dio. Ci sono diverse teorie circa l'esistenza di Dio: gli atei per esempio non crederanno mai in Dio; atei come il prof. Jacques Monod che vinse il Premio Nobel, dichiarano che tutto avviene per caso (teoria già sostenuta parecchio tempo fa da filosofi indiani atei come Carvaka). Altre filosofie come la filosofia karmamimamsa sostengono che se si compie il proprio lavoro onestamente e nel modo migliore si otterranno dei risultati senza necessariamente riferirsi a Dio.
A riprova di ciò coloro che propongono tali teorie sostengono che quando si contrae un'infezione, per guarire, si prende un medicinale che la neutralizzi. Noi invece sosteniamo che se un uomo si cura anche con la migliore delle medicine potrebbe comunque morire. I risultati non sono sempre prevedibili. Esiste perciò un'autorità elevata, daivanetrena, un dirigente supremo, altrimenti come si spiegherebbe che il figlio di un uomo ricco e pio diventi un hippy o che un uomo, diventato finalmente ricco dopo aver lavorato faticosamente, si senta dire dal dottore: "Non può mangiare assolutamente niente salvo acqua e orzo"?
La teoria del karmamimamsa sostiene che il mondo va avanti senza la suprema guida di Dio. Queste filosofie affermano che tutto nasce dalla lussuria (karmahaituka). Per lussuria l'uomo viene attratto dalla donna; se nasce una relazione sessuale la donna rimane incinta. Non esiste un piano che preveda di rendere la donna incinta; ciò avviene per sequenza naturale: quando un uomo e una donna si uniscono si produce un risultato. La teoria atea, descritta nel Sedicesimo Capitolo della Bhagavadgita come asurica, demoniaca, presuppone che tutto in realtà proceda in questo modo perché è per caso che l'attrazione naturale produce un risultato. Questa teoria demoniaca supporta l'idea che si possa fare uso di contraccettivi se non si desiderano figli.
In realtà c'è invece un grande piano per tutto  il piano Vedico. Le Scritture Vediche forniscono direttive su come gli uomini e le donne devono unirsi, come devono procreare figli e qual è lo scopo della vita sessuale. Krsna dice nella Bhagavadgita che la vita sessuale basata sulle leggi e le regole Vediche, è autentica e da Lui accettata. La sessualità a caso non è accettabile. Se si è sessualmente attratti per caso e si procreano dei figli, questi vengono chiamati varna-sankara, popolazione indesiderata. In questo modo si comportano solo gli animali inferiori; non è un comportamento accettabile per degli esseri umani. Esiste un piano che riguarda gli esseri umani; non possiamo accettare la teoria che non esistano piani per l'umanità o che tutto sia nato per caso e per necessità materiale.
La teoria di Sankaracarya, secondo la quale Dio non esiste e si può continuare a lavorare e a immaginarLo in qualsiasi forma solo per rendere la società pacifica e tranquilla, si basa più o meno su questa idea di caso e di necessità. Il nostro sistema, che è completamente diverso, si basa invece sull'autorità. Noi seguiamo questo divino varnasramadharma, raccomandato da Krsna, non il sistema di caste come viene inteso al giorno d'oggi che è condannato anche in India perché classificare gli uomini a seconda della loro nascita non è un sistema né divino né vedico.
Ci sono molte categorie di uomini, ingegneri, medici, chimici, commercianti, uomini d'affari e così via. Queste svariate categorie non sono determinate dalla nascita ma dalle qualità. La divisione in caste basata sulla nascita non è sanzionata dalle Scritture Vediche quindi noi non l'accettiamo. Non abbiamo niente a che vedere con questo sistema che attualmente viene combattuto anche in India. Forniamo invece a tutti la possibilità di diventare brahmana e conseguire quindi la posizione più elevata.
Ci sono molte divergenze nella società attuale perché mancano i brahmana, le guide spirituali, e gli ksatriya, gli amministratori, e perché il mondo è governato da sudra, uomini di bassa manovalanza. Siamo ricorsi a questo movimento per la Coscienza di Krsna per mitigare questa situazione. Se la classe brahminica verrà realmente ristabilita sarà seguita automaticamente dagli altri ordini sociali proprio come quando il cervello è in ordine perfetto, le braccia, lo stomaco e le gambe funzionano benissimo.
Scopo ultimo di questo movimento è insegnare alla gente come amare Dio. Caitanya Mahaprabhu approva la conclusione che la più alta perfezione della vita è sapere come amare Dio. Il Movimento per la Coscienza di Krsna non ha nulla a che fare con l'Induismo o con qualsiasi altra religione. Nessun cristiano di cultura è interessato a diventare induista così come nessun induista di cultura è pronto a diventare cristiano. Questi cambiamenti riguardano persone che non hanno una particolare posizione sociale. Tutti provano però un serio interesse nella filosofia e nella scienza di Dio. Occorre comprendere con chiarezza che il movimento per la Coscienza di Krsna non predica il cosiddetto Induismo. Noi formiamo una cultura spirituale che può risolvere tutti i problemi della vita; per questo tutto il mondo la sta accettando.















HARE KRSNA
HARE KRSNA
KRSNA KRSNA
HARE HARE
HARE RAMA
HARE RAMA
RAMA RAMA
HARE HARE

CANTARE I SANTI NOMI TI LIBERA!















L'Osservatore Vedico

Commenti a fatti e avvenimenti del nostro tempo

a cura di Giorgio Cerquetti  Goura Krsna dasa



L'INFERNO VUOTO

L'inferno e il paradiso hanno sempre generato lunghe discussioni sia tra i credenti e tra gli atei, entrambi hanno talvolta usato termine "paradisiaco" per definire una compagnia, una vacanza, l'effetto di alcune droghe, una certa musica o alcuni aspetti della bellezza. E spesso viene usato anche il suo opposto, l'aggettivo "infernale", che appare spesso accompagnato a rumore, al caldo, a una vita famigliare difficile, a una brutta visione e a tutto ciò che dà origine a dolore e sofferenza. Ma l'inferno è solo un concetto per misurare il nostro dolore o un luogo reale dove vanno a espiare eternamente le anime peccatori?
La teologia ha storicamente diviso in tre le situazioni che si offrono all'anima dopo la morte. Il paradiso per i buoni, il purgatorio per i pentiti che vogliono purificare la propria coscienza e l'inferno per i cattivi e i malvagi e irriducibili.
Nel corso dei secoli il pensiero di diversi teologi cristiani ha rimesso in discussione l'esistenza stessa e la funzione della teoria delle "fiamme eterne". Il primo a obbiettare su questa dannazione senza appello fu Origene, il grande pensatore del terzo secolo, fondatore della scuola teologica di Cesarea. Origene non aveva dubbi sull'infinita misericordia divina e interpretava ogni condanna come "punizione temporanea" avente come scopo finale la redenzione e il ricongiungimento con il Signore. Per spiegare meglio questa sua visione, Origene accettava la teoria orientale della reincarnazione e chiamava "apocastasi" il ritorno finale del peccatore a Dio. L'uomo, anche il più perverso, rinasce e paga così le conseguenze delle sue azioni malvage soffrendo ed espiando le sue colpe in un nuovo corpo, che però è temporaneo. Origene fu attaccato duramente da sant'Agostino e condannato definitivamente dal secondo Concilio di Costantinopoli.
Interpretazioni successive facevano supporre che le preghiere dei bravi credenti potessero mitigare, almeno in parte le tremende sofferenze dei dannati all'inferno, ma anche questa teoria fu bocciata nientemeno che dall'autorevole san Tommaso d'Aquino.
Per duemila anni la dannazione eterna è stata prospettata ai credenti, non solo a fini pedagogici, ma soprattutto come minaccia per distoglierli dal peccato.
Negli ultimi anni, più di una voce, nell'ambito cattolico, per asserire l'eccezionale idea che l'Inferno classico esista, sì; ma senza nessuno dentro. Uno dei maggiori teologi di questo secolo, Urs von Balthazar, recentemente scomparso, affermò più volte che l'Inferno è vuoto e che la misericordia di Dio non manderebbe mai nessuno, neppure il più cattivo, a soffrire per l'eternità. "L'inferno, dice il teologo tedesco, esiste ma potrebbe anche essere vuoto. La chiesa ha proclamato dei Santi, cioè ha fatto il nome di persone che sono in Paradiso, ma non ha mai detto che qualcuno sia dannato all'inferno. C'è una speranza per tutti".
Anche il grande filosofo cristiano Teilhard de Chardin aveva dubbi sulla "punizione eterna". Un purgatorio affollato e più o meno prolungato a seconda dei peccati, sarebbe un'inevitabile fase di passaggio per tutti prima di candidarsi definitivamente alla felicità divina del Paradiso.
In un racconto immaginario intitolato "L'ultima Apocalisse", il frate agostiniano padre Carlo Cremona, commentatore radiofonico del GR2, immaginava una sorprendente amnistia divina: l'Inferno si svuota grazie all'immenso amore di Dio per le Sue creature. Padre Cremona descrive in modo piacevole e molto verosimile la tristezza di Dio che non riesce a sopportare la lontananza delle anime cadute. "Quelle mie povere creature laggiù...  sospirò il Padreterno e dopo un po' un angelo partì alla volta dell'Inferno per proclamare la definitiva amnistia generale scaturita dall'amore di Dio."
La questione dell'eternità dell'Inferno è stata dibattuta più volte nella storia della Chiesa e queste ultime considerazioni rimettono per l'ennesima volta tutto in discussione. Se l'Inferno è vuoto, l'attenzione si sposta tutta sul Purgatorio, che però viene rifiutato decisamente da alcuni gruppi cristiani fondamentalisti in quanto le Sacre Scritture non ne fanno menzione.
La filosofia dei Veda, anteriore al Vecchio Testamento, non prevede una condanna eterna ma spiega una legge, in sanscrito "karma", secondo la quale ogni essere gioisce o soffre del risultato delle proprie azioni in questa vita e nelle successive. L'anima condizionata, che per sua libera scelta si è allontanata da Dio, può muoversi nell'universo manifestando il suo libero arbitrio ma è soggetta al karma, cioè al meccanismo scientifico di azione e reazione. La logica della causa ed effetto prevede quindi sofferenze e dolore solo per chi, in passato, è stato causa di questi fenomeni negativi. Il karma si può alleggerire con la preghiera, la devozione a Dio e le pratiche spirituali; inoltre Dio non abbandona mai le Sue "creature" e di era in era discende personalmente o invia un Suo rappresentante ad indicare la via per tornare a Lui. La punizione esiste, ma è sempre proporzionale al peccato. Lo scopo di Dio è di educare non di colpire senza possibilità di appello. Dio è infinitamente affascinante ed eternamente buono e giusto.
Nell'Universo materiale esistono situazioni, e addirittura pianeti, paradisiaci ed infernali ma sono temporanei e legati al karma; la vera felicità non è di questo mondo e per non correre più rischi è meglio ritornare alla nostra posizione originale nell'universo spirituale dove tutto è eterno, felice e pieno di conoscenza. In quell'universo chiamato Vaikuntha, che significa "senza ansietà", la presenza e la compagnia di Dio in Persona sono costante occasione di piacere e di varietà. Siamo tutti invitati!















Libri

SRIMADBHAGAVATAM



Primo Canto: "La Creazione"

Questa è la continuazione della presentazione dello Srimad-Bhagavatam, il grande classico spirituale dell'India scritto 5000 anni fa da Krsna Dvaipayana Vyasa, e ora presentato in una nuova traduzione con il commento di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Lo SrimadBhagavatam fornisce la chiave perché l'umanità possa diventare unita nella pace, nella prosperità e nell'amicizia concentrandosi su una causa comune. Questa causa comune è l'unità spirituale di tutti gli esseri viventi, e lo SrimadBhagavatam presenta un'ideologia rivoluzionaria che è la base per la rispiritualizzazione della società. Nel mondo d'oggi non c'è mancanza di avanzamento scientifico, ciò che manca è la conoscenza della scienza di Dio. Quindi, in un mondo che soffre per la discordia universale, per l'ansietà e la confusione, non c'è letteratura più importante di questo radioso SrimadBhagavatam. Se volete ricevere l'intera serie di volumi dello SrimadBhagavatam scrivete alla BBT Italia.







CAPITOLO TRE

Krsna è la fonte di tutti gli avatara

Prendiamo l'esempio dell'energia elettrica, che l'elettricista esperto è in grado di trasformare in energia calorifera o frigorifera semplicemente con un contatto. Similmente, l'energia esterna, che rende l'essere prigioniero del ciclo delle morti e delle rinascite, può trasformarsi in energia interna per volere del Signore, e guidare l'essere verso la vita eterna. Quando l'essere riceve la grazia del Signore, ritrova la sua posizione costituzionale e può gioire dell'esistenza spirituale ed eterna.



VERSO 35


evam janmani karmani
hy akartur ajanasya ca
varnayanti sma kavayo
vedaguhyani hrtpateh

evam: così; janmani: nascite; karmani: azioni; hi: certamente; akartuh: di Colui che non agisce; ajanasya: del Nonnato; ca: e; varnayanti: descrivono; sma: nel passato; kavayah: gli eruditi; vedaguhyani: impossibili da scoprire con lo studio dei Veda; hrtpateh: del Signore del cuore.



TRADUZIONE

Così i saggi descrivono gli avventi e le attività del Nonnato, del Nonattivo, che neanche le Scritture vediche permettono di conoscere. Egli è il Signore del cuore.



SPIEGAZIONE

Il Signore Supremo e gli esseri individuali sono, per natura, spirituali. Perciò sono eterni, non soggetti alla nascita o alla morte. Le loro apparizioni e scomparse nel mondo materiale non avvengono però in modo analogo. L'essere individuale, accettando il ciclo delle nascite e delle morti, è legato alle leggi della natura materiale, mentre le apparizioni e le scomparse del Signore trascendono la natura materiale. Esse sono pure dimostrazioni della Sua potenza interna, e sono descritte dai grandi saggi per guidare tutti gli esseri verso la realizzazione spirituale. La Bhagavadgita definisce come trascendentali la "nascita" e le attività del Signore in questo mondo. Semplicemente meditando su questi divertimenti si raggiunge la realizzazione del Brahman Supremo e si diventa liberi dalla schiavitù materiale. Le sruti insegnano che il Nonnato prende nascita solo in apparenza. Il Signore non è obbligato ad agire, ma essendo onnipotente compie tutto con la più grande facilità, tanto che ogni cosa sembra avvenire da sé. In realtà le apparizioni, le scomparse e le attività del Signore sono tutte impenetrabili anche alla luce delle Scritture vediche. Tuttavia il Signore le rivela, mosso a compassione verso gli esseri condizionati. Dobbiamo perciò trarre continuamente profitto dal racconto di questi divertimenti, perché rappresentano la forma più pratica e più dolce di meditazione sul Brahman.



VERSO 36


sa va idam visvam amoghalilah
srjaty avaty atti na sajjate 'smin
bhutesu cantarhita atmatantrah
sadvargikam jighrati sadgunesah

sah: il Signore Supremo, va: alternativamente; idam: questo; visvam: universo manifestato; amoghalilah: le cui attività sono immacolate; srjati: crea; avati atti: mantiene e distrugge; na: non; sajjate: è contaminato da; asmin: in essi; bhutesu: in tutti gli esseri; ca: anche; antarhitah: vivente all'interno; atmatantrah: indipendente in sé; satvargikam: dotato delle sei perfezioni; jighrati: indirettamente legato (come quando si entra in contatto con un oggetto attraverso il suo odore); satgunaisah: maestro dei sei sensi.



TRADUZIONE

Il Signore onnipotente, le cui azioni sono sempre esenti da impurità è il maestro dei sensi e possiede pienamente le sei perfezioni. Egli crea, mantiene e distrugge gli universi manifestati senza esserNe contaminato. Si situa in ogni essere e rimane sempre indipendente.



SPIEGAZIONE

La differenza principale tra il Signore Supremo e gli esseri viventi consiste nel fatto che il Signore è il creatore e gli esseri viventi sono i creati. Questo verso Lo definisce amoghalila, indicando così che non c'è niente di cui lamentarsi nella Sua creazione, e coloro che vi seminano la discordia dovranno essi stessi soffrirne. Poiché possiede pienamente le sei perfezioni - bellezza, ricchezza, fama, potenza, saggezza e rinuncia - il Signore rimane il maestro dei sensi e trascende ogni afflizione materiale. Egli crea gli universi manifestati per dare agli esseri che subiscono le tre forme di sofferenza proprie dell'esistenza materiale la possibilità di ritornare a Lui, poi li mantiene e, giunto il momento, li distrugge, senza essere minimamente contaminato da queste azioni. Egli è a contatto con la creazione materiale solo molto superficialmente, come quando si percepisce l'aroma di un oggetto senza venire a contatto con esso. Chi è impuro non può dunque avvicinarLo, nonostante tutti gli sforzi.



VERSO 37


na casya kascin nipunena dhatur
avaiti jantuh kumanisa utih
namani rupani manovacobhih
santanvato natacaryam ivajnah

na: non; ca: e; asya: di Lui; kascit: chiunque; nipunena: per abilità; dhatuh: del Creatore; avaiti: può sapere; jantuh: l'essere individuale; kumanisah: dotato di scarso sapere; utih: le attività del Signore; namani: i Suoi nomi; rupani: le Sue forme; manahvacobhih: con speculazioni mentali o discorsi; santanvatah: mostrando; natacaryam: rappresentazione teatrale; iva: come; ajnah: lo stolto.



TRADUZIONE

Gli uomini di poca conoscenza non possono capire la natura trascendentale delle forme, dei nomi e delle attività del Signore, che Si muove come un attore sulla scena; e non possono neppure esprimerla nelle loro ipotesi o nei loro discorsi.



SPIEGAZIONE

Nessuno può descrivere adeguatamente la natura trascendentale della Verità Assoluta, perciò si dice che Essa è al di là del pensiero e della parola. Esistono tuttavia degli ignoranti che tentano di capire la Verità Assoluta attraverso le loro congetture imperfette e le loro descrizioni errate sulle Sue attività. Le attività del Signore, le Sue apparizioni e scomparse, i Suoi nomi, le Sue forme, le Sue differenti personalità e tutto ciò che Lo circonda, rimangono impenetrabili all'uomo comune.
Esistono due categorie di materialisti: coloro che cercano di godere dei frutti delle loro azioni e gli empiristi. I primi ignorano praticamente tutto della Verità Assoluta, mentre gli altri dopo aver conosciuto la frustrazione che comporta l'azione interessata, si volgono verso la Verità Assoluta e tentano di conoscerLa attraverso la speculazione intellettuale. Ma per gli uni e per gli altri la Verità rimane un mistero, come i giochi di un prestigiatore per il bambino. Incapaci di cogliere la magia dell'Essere Supremo, i nondevoti restano sempre prigionieri dell'ignoranza, per quanto abili siano nell'azione interessata o nella speculazione intellettuale. Con la loro scarsa conoscenza non possono accedere alle regioni misteriose della Trascendenza. Gli speculatori mentali sono un po' più elevati dei materialisti grossolani che agiscono per i frutti delle loro azioni, ma essendo dominati anch'essi dall'illusione, danno per scontato che tutto ciò che possiede forma, nome e attività è solo un prodotto dell'energia materiale. Per loro, l'Assoluto, l'Essere Spirituale Supremo, dev'essere dunque senza nome, senza forma e inattivo. Il tentativo di porre il nome e la forma trascendentali del Signore sullo stesso piano dei nomi e delle forme materiali rivela bene la loro ignoranza. Con questa loro scarsa conoscenza non potranno certo capire la natura reale dell'Essere Supremo. Come insegna la Bhagavadgita, il Signore è sempre in una posizione trascendentale, anche quando discende nel mondo materiale. Ma gli ignoranti Lo considerano un grande personaggio storico e restano così ingannati dall'energia illusoria.



VERSO 38


sa veda dhatuh padavim parasya
durantaviryasya rathangapaneh
yo 'mayaya santatayanuvrttya
bhajeta tatpadasarojagandham

sah: lui solo; veda: può conoscere; dhatuh: del Creatore; padavim: glorie; parasya: della Trascendenza; durantaviryasya: del potentissimo; rathangapaneh: di Sri Krsna, che tiene in mano una ruota di carro; yah: colui che; amayaya: senza riserve; santataya: senza interruzione; anuvrttya: favorevolmente; bhajeta: serve; tatpada: i Suoi piedi; sarojagandham: con la fragranza del loto.



TRADUZIONE

Solo colui che senza riserve, senza interruzione e in modo propizio serve i piedi di loto di Krsna - la Cui mano brandisce una ruota di carro - può conoscere il creatore dell'universo in tutta la Sua gloria, potenza e grandezza assoluta.



SPIEGAZIONE

Soltanto i puri devoti, totalmente liberi dalle conseguenze dell'azione interessata e dalla speculazione intellettuale, possono conoscere il nome, la forma e le attività trascendentali del Signore. Essi non si aspettano nulla in cambio del servizio che offrono al Signore. Lo servono spontaneamente senza riserve e senza interruzioni. In realtà, tutti gli esseri viventi nella creazione servono il Signore direttamente o indirettamente; non si fa eccezione a questa legge divina. Quelli che Lo servono indirettamente, costretti dall'energia d'illusione, Gli offrono un servizio sfavorevole, mentre coloro che Lo servono direttamente, secondo le istruzioni del Suo amato rappresentante, lo fanno in modo del tutto propizio. Questi ultimi sono devoti del Signore, e grazie alla Sua misericordia possono penetrare le regioni misteriose della Trascendenza. Gli speculatori intellettuali, invece, rimangono costantemente nelle tenebre. La Bhagavad-gita insegna che il Signore guida personalmente il Suo puro devoto sul sentiero della realizzazione spirituale, grazie all'impegno costante con cui il devoto Gli offre il suo servizio di devozione in affetto spontaneo. Ecco il segreto per entrare nel regno di Dio. L'azione interessata e la speculazione intellettuale non ci saranno di alcun aiuto.



VERSO 39


atheha dhanya bhagavanta ittham
yad vasudeve 'khilalokanathe
kurvanti sarvatmakam atmabhavam
na yatra bhuyah parivarta ugrah

atha: così; iha: in questo mondo; dhanyah: chi è riuscito; bhagavantah: dotato di perfetta conoscenza; ittham: così; yat: che; vasudeve: al Signore Supremo; akhila: che contiene tutto; lokanathe: al sovrano di tutti gli universi; kurvanti: infondono; sarvaatmakam: totalmente; atma: anima; bhavam: estasi; na: mai; yatra: dove; bhuyah: di nuovo; parivartah: ripetizione; ugrah: terrificante.



TRADUZIONE

In questo mondo è soltanto rivolgendo queste domande che si ottengono il successo e la perfetta conoscenza, perché esse suscitano amore estatico e sublime per il Signore Supremo, proprietario di tutti gli universi, e garantiscono una completa immunità dalla ripetizione infernale delle morti e delle rinascite.



SPIEGAZIONE

Suta Gosvami loda, per il loro valore spirituale, le domande dei saggi guidati da Saunaka. Abbiamo già detto che soltanto i devoti possono conoscere in profondità il Signore Supremo; gli altri non conoscono niente di Lui. I devoti possiedono dunque la conoscenza spirituale perfetta. Il Signore Supremo è la parola ultima della Verità Assoluta; il Brahman impersonale e il Paramatma "localizzato" sono in Lui. Chi conosce quindi il Signore Supremo conosce contemporaneamente tutto ciò che Lo riguarda: la Sua Persona, le Sue emanazioni e le Sue molteplici potenze. I devoti vengono perciò glorificati per aver raggiunto il perfetto successo. Inoltre, i puri devoti del Signore sono completamente protetti dalle terribili sofferenze inflitte dalla ripetizione di nascite e morti.



VERSO 40


idam bhagavatam nama
puranam brahmasammitam
uttamaslokacaritam
cakara bhagavan rsih
nihsreyasaya lokasya
dhanyam svastyayanam mahat

idam: questo; bhagavatam: il libro che racchiude i racconti che riguardano il Signore Supremo e i Suoi puri devoti; nama: col nome di; puranam: complemento dei Veda; brahmasammitam: manifestazione di Sri Krsna uttamasloka: del Signore Supremo; caritam: attività; cakara: compilò, bhagavan: l'avatara; rsih: Sri Vyasadeva; nihsreyasaya: per il bene ultimo; lokasya: di tutti; dhanyam: fonte di buona fortuna; svastiayanam: pieno di felicità; mahat: infinitamente perfetto.



TRADUZIONE

Questo SrimadBhagavatam, compilato dall'avatara Vyasadeva, è la manifestazione letteraria di Dio. E' la fonte inesauribile di buona fortuna, felicità e perfezione, e mira al bene ultimo di tutti gli esseri.



SPIEGAZIONE

Sri Caitanya Mahaprabhu ha definito lo SrimadBhagavatam l'espressione sonora più pura di tutta la conoscenza vedica. Lo SrimadBhagavatam racchiude un'antologia di racconti sui grandi devoti, che sono in diretto contatto con il Signore Supremo. E' la manifestazione letteraria di Sri Krsna, e non differisce quindi da Lui. Quest'opera deve dunque essere onorata come il Signore stesso perché può conferire le benedizioni ultime del Signore a chi la studia con attenzione e pazienza. Come Dio è tutta luce, felicità e perfezione, così anche lo SrimadBhagavatam. Questo racconto, se ricevuto dall'intermediario "trasparente" del maestro spirituale qualificato, ha il potere di illuminarci con tutta la luce sublime della Verità Assoluta, il Brahman Supremo, Sri Krsna.
Srila Svarupa Damodara Gosvami, segretario personale di Sri Caitanya, consigliava tutti i visitatori che avvicinavano il Signore nella città di Puri di studiare il libro bhagavata con l'aiuto della persona bhagavata, cioè il maestro spirituale autentico e perfettamente realizzato. Solo attraverso lui possiamo cogliere il messaggio del libro bhagavata e raggiungere il fine desiderato. Lo studio dello SrimadBhagavatam può infatti conferire tutti i benefici e le benedizioni sublimi ottenibili solo a contatto personale con il Signore, Sri Krsna.



VERSO 41


tad idam grahayam asa
sutam atmavatam varam
sarvavedetihasanam
saram saram samuddhrtam

tat: quello; idam: questo; grahayam asa: fece accettare; sutam: a suo figlio; atmavatam: realizzato; varam: tra i più rispettati; sarva: tutte; veda: le Scritture vediche (i libri del sapere); itihasanam: di tutti i Racconti storici; saram: crema; Saram: crema; samuddhrtam: estratta.



TRADUZIONE

Sri Vyasadeva lo trasmise a suo figlio, il più rispettato tra gli esseri realizzati, dopo aver estratto la crema di tutte le Scritture vediche e di tutti i Racconti storici dell'universo.



SPIEGAZIONE

Gli uomini di poco sapere accettano come "storici" solo i fatti che risalgono all'avvento di Buddha, circa 600 anni prima di Cristo. Secondo loro tutti gli avvenimenti anteriori narrati dalle Scritture sono dei miti. Niente di più falso. Tutti i racconti che si trovano nei Purana, nel Mahabharata e in altri Scritti simili narrano fatti realmente accaduti, non solo sul nostro pianeta, ma su milioni di altri pianeti dell'universo. Naturalmente, i racconti relativi alla storia dei pianeti situati al di là del nostro sembrano del tutto inverosimili agli occhi di questi ignari. Essi non sanno che i pianeti sono differenti gli uni dagli altri e la loro storia può anche non coincidere con quella della Terra. Se si considera la situazione dei diversi pianeti e si tiene conto delle circostanze di tempo e di luogo, i racconti descritti nei Purana non presentano nulla di straordinario o d'immaginario. Ricordiamoci che la felicità per alcuni può significare l'infelicità per altri. Dare ragione agli ignari e rifiutare questi Testi come frutto della fantasia non può essere che dannoso. Per quale motivo grandi rsi come Vyasa avrebbero inserito nelle loro opere racconti immaginari?
Lo SrimadBhagavatam riporta fatti storici scelti dalla storia dei diversi pianeti, perciò tutti coloro che hanno autorità in campo spirituale lo riconoscono come il MahaPurana, o il grande Purana.
(continua nel prossimo numero)















VITA E MORTE

Che cos'è la vita?.... E' nato un bambino. Potete vedere la sua vitalità, sentire il calore del suo corpo, ascoltare il suo pianto. Tutte le sue funzioni vitali sono a posto. A volte è sveglio, a volte è addormentato; beve il latte di sua madre e lo digerisce. Negli ultimi nove mesi è stato nel grembo di sua madre sviluppando il suo piccolo corpo e adesso è nato e continuerà a crescere giorno dopo giorno. Diventerà più grande e più pesante e i suoi lineamenti cambieranno. Crescerà più forte, più proporzionato e più coordinato e un giorno sua madre dirà: "Come è diventato grande! Non è più un bambino".
Gli esseri viventi nascono e muoiono e nel frattempo crescono, si fermano per un po' di tempo, generano dei figli, poi declinano e l'intero processo termina con la morte.
E che cos'è la morte?... L'altra notte alle 23.31 è morto il sig. Gerald Smith. Il polso e il battito cardiaco si sono fermati, i polmoni si sono chiusi e la temperatura corporea è precipitata. Il dottore di guardia ha fatto tutto quello che poteva e, rendendosi conto che le funzioni vitali del paziente erano cessate, ha dichiarato morto il sig. Smith.
"Gli esseri viventi nascono e muoiono". Quale potrebbe essere un'asserzione filosofica più profonda? Undici anni fa ero uno studente universitario che seguiva un corso di introduzione alla filosofia. Quando udii questa asserzione dal mio professore, fui colpito dalla sua gravità e dalla sua verità. Per la prima volta nella mia vita, mi resi conto chiaramente: io sono un essere vivente e morirò presto.
In quel momento mi vennero in mente alcune domande importanti, domande sulla morte e sullo scopo della vita. Ora, dopo aver studiato la Bhagavadgita (il corso di filosofia impartito dall'insegnante originale, Sri Krsna), sto trovando le risposte a queste grandi domande. Queste domande e le loro risposte devono essere importanti per voi quanto lo sono per me perché trattano di qualcosa che abbiamo in comune. Noi siamo tutti esseri viventi destinati a morire.
Desidero presentarvi qui le verità essenziali riguardanti la vita e la morte che ho appreso dalla Bhagavadgita, sotto la guida del mio maestro spirituale, Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Naturalmente ci sono state ricerche scientifiche e indagini filosofiche sulla vita e la morte ma a quanto pare in realtà nessuno ne sa molto.
Immaginiamo di aprire un dizionario per cercare che cos'è la "vita". Secondo il Webster, è "il principio o la forza per mezzo del quale gli animali e le piante vengono mantenuti per compiere le loro funzioni e che distingue con la sua presenza l'animato dalla materia inanimata". Già ma che cosa sono il "principio o la forza"? Le enciclopedie offrono tutti i tipi di definizioni erudite ma la maggior parte di esse riconoscono semplicemente che è difficile definire la vita.
"La composizione chimica del protoplasma è nota" sottolinea un'enciclopedia "ma non si sa che cosa gli fornisca le qualità vitali". A volte le enciclopedie cercano di definire la vita elencando i suoi sintomi esteriori: se una cosa cresce, si riproduce e così via, è viva.
Ma di nuovo che cos'è quel principio che determina caratteristiche come la crescita e la riproduzione? Cos'è quella forza senza la quale un essere vivente diventa cadavere? Questa è la cosa che gli esperti non possono assolutamente identificare, non riescono a capire che cosa sia. E se voi o io lo chiedessimo a un professore universitario, con ogni probabilità otterremmo lo stesso tipo di risposta, una risposta che elude il vero problema. E ci immergeremmo forse nello studio della biochimica, del metabolismo, della termodinamica o del linguaggio della genetica.
A volte gli scienziati sostengono che la vita è un "fenomeno che si presenta in natura quando i componenti chimici adatti si combinano con precisione in condizioni adatte e stabilite". In effetti questo è il succo di gran parte delle teorie scientifiche sulla vita: ma quanto sono scientifiche? La metodologia propria agli scienziati richiede che ogni teoria venga supportata dalla sperimentazione e dall'osservazione. Nessuno scienziato però ha mai osservato la vita generarsi spontaneamente dai componenti chimici. Non conoscere qualcosa è una questione, ma non conoscere e far credere di sapere, è tutt'altra questione: ingannano. Queste pseudo autorità scientifiche imbrogliano quando sostengono che la vita trae origine dalla materia. Tuttavia gli scienziati continuano a raccontare la loro storia: "Un tempo, molto tempo fa, la vita nacque da un brodo chimico casuale" e si suppone che gli crediamo. Ma chiedete loro di andare in laboratorio e di uscirne con qualche prova clinica; vi diranno che la vita nacque molte, molte ere fa, per caso. Hmmm. Questo è certamente singolare ma almeno si concilia bene con le loro teorie. Oggi ovviamente le cose non vanno in questo modo. Chiunque sa (almeno ai nostri giorni) che gli esseri viventi nascono da altri esseri viventi e ciò nonostante i nostri scienziati eruditi persistono nel tentativo di dimostrarci che la vita cosciente proviene dalla materia inanimata. Quando però creano una riproduzione delle condizioni che possono essere esistite sulla terra x milioni di anni fa e cercano di creare la vita... falliscono. A volte sostengono di aver sintetizzato determinati amminoacidi, "i pilastri della vita", ma questa non è la vita. C'è una grossa differenza tra un amminoacido e un essere vivente cosciente. "Presto un giorno", giurano ostinatamente, "Creeremo la vita chimicamente", ma ciò che vediamo ogni giorno è che la vita viene dalla vita. Due insetti creano più insetti, lo scienziato e sua moglie hanno dei bambini e così via. Ma dove vediamo la vita nascere dai componenti chimici?
Come possono gli scienziati anche solo tentare di provare con esperimenti che la vita è nata spontaneamente dalla materia? Riflettete: essi stessi sono vita, sono esseri viventi, così tutti i loro tentativi di dimostrare che la vita viene spontaneamente dalla materia sono contraddittori perché sono gli stessi scienziati che conducono gli esperimenti.







CHI PIANTA IL SEME?

Non tenendo conto di come la vita possa essere iniziata nell'universo, l'evidenza scientifica mette in chiaro una cosa: la vita non può nascere per caso, da una combinazione chimica; deve essere entrato nel quadro un essere vivente dotato di intelligenza per condurre l'esperimento o per combinare i componenti chimici, per piantare il seme o per far schiudere l'uovo. Quindi anche se degli scienziati che vogliono provare che la vita viene dalla materia, dovessero riuscire a creare la vita (ovviamente è impossibile, ma se, tanto per dire, qualcuno lo facesse) dovrebbero in realtà affermare che la vita viene creata da un essere molto intelligente in condizioni controllate. In altre parole proverebbero che la vita viene dalla vita non dalla materia. Ed è proprio ciò che la Bhagavadgita va dicendo da migliaia di anni.
Come spiega la Bhagavadgita, l'origine della vita è la vita: la vita suprema, Krsna: "Io sono la sorgente di ogni cosa, materiale e spirituale", dice Sri Krsna, "L'energia spirituale vivente e quella inanimata, l'energia materiale, sono emanate entrambe da Me".
Gli scienziati materialisti vorrebbero che noi accettassimo il concetto privo di fondamento che la vita provenga dalla materia (sebbene non sappiano dire da dove venga la materia). Ma la Bhagavad-gita ci dice che "Sri Krsna è la vita originale, la sorgente di ogni cosa sia animata che inanimata". In altre parole tutto (animato o inanimato) viene da un'unica sorgente vivente. La vita e la materia sono solo due energie differenti di Dio, la Persona Suprema, proprio come la luce e il calore sono due energie del sole.







QUAL E' LA DIFFERENZA

Nel 1968 il mio maestro spirituale Srila Prabhupada parlò ad una riunione di docenti e studenti al M.I.T.: "Sebbene voi abbiate tante branche di sapere", sottolineò, "Non avete ancora scoperto cosa rende differente un corpo vivente da un cadavere".
Come tutti sanno, a un cadavere manca qualcosa di essenziale, qualcosa che lo distingua da un corpo vivente. "Qual è la facoltà di insegnamento che studia questa cosa essenziale?", Srila Prabhupada sfidava. Sfortunatamente malgrado la loro conoscenza del corpo fisico e dei suoi meccanismi, i nostri scienziati moderni non conoscono l'anima vivente. Invece è l'anima che dà vita al corpo. Senza l'anima il meraviglioso corpo materiale è inutile, pronto per essere bruciato o sotterrato.
Nonostante le loro pretese e le loro promesse gli scienziati di oggi non sembrano essere in grado di dirci niente sulla vita, sulla nascita o sulla morte. Ma le Scritture Vediche dell'India non sono così deludenti; al contrario sono perfettamente scientifiche.
Riflettete, per esempio, sulla spiegazione Vedica della nascita:
"Sotto la supervisione di Dio, la Persona Suprema, un'anima spirituale vivente entra in una particella di seme che viene poi iniettato all'interno dell'utero della madre durante il rapporto sessuale". Se le condizioni all'interno dell'utero sono favorevoli, l'anima rimane e il seme si unisce all'ovulo. Poi, per la presenza dell'anima, si sviluppa l'embrione. Quando il corpo si è pienamente sviluppato (dopo circa nove mesi), il bambino esce dall'utero materno: questa è la nascita.
Se non ci fosse l'anima vivente, l'embrione non potrebbe crescere e svilupparsi. In poche parole, la materia non può crescere e svilupparsi senza l'energia vivente dell'anima.
E per quanto riguarda la morte?... Quando l'altra notte è morto il sig. Smith alle 23.31 tutte le sue funzioni vitali si sono fermate. Il polso, il battito cardiaco e il respiro si sono fermati, la sua vitalità è improvvisamente svanita. Che cosa è successo? Che cosa succede al momento della morte?
"La morte è assenza di vita". Gli scienziati concordano su questo. Ma non hanno neppure una vaga idea di che cosa sia la vita.
Quindi un'appropriata definizione "scientifica" di morte potrebbe essere "Morte è assenza di vita (qualunque cosa essa sia)".
Senza dubbio la morte è assenza di vita e la Bhagavadgita definisce in modo chiaro cosa essa sia: "VITA è l'anima eterna. E quando l'anima lascia il corpo... MORTE, assenza di vita".
Come ho già detto, difficilmente qualcuno conosce oggi le verità sulla vita e la morte. Ma se leggiamo la Bhagavadgita le conosceremo tutte.







UN'IMPROVVISA MANCANZA DI LUMINOSITA'

Alcuni membri della comunità scientifica accettano l'esistenza dell'anima eterna. Il Dr. Wilfred G. Bigelow per esempio (un cardiochirurgo famoso in tutto il mondo e presidente del reparto di cardiochirurgia vascolare del General Hospital di Toronto) dice: "I miei trentadue anni di chirurgo non mi hanno lasciato nessun dubbio sull'esistenza dell'anima".
Parecchi anni fa il Montreal Gazette citò le parole del Dr. Bigelow: "In certi casi capita di essere presente al momento in cui la gente passa dallo stato vivente alla morte e si verificano alcuni strani cambiamenti. Uno dei più evidenti è l'improvvisa mancanza di luminosità degli occhi. Diventano opachi e letteralmente privi di vita. La domanda centrale è: Dov'è l'anima e da dove viene?"
Il mio maestro spirituale apprezzò l'intuito del Dr. Bigelow. In una lettera a lui indirizzata, Srila Prabhupada scriveva:
"L'anima è senza dubbio presente nel cuore dell'entità vivente ed è la sorgente di tutte le energie di mantenimento del corpo. L'energia dell'anima pervade l'intero corpo ed è conosciuta come coscienza".
"Intraprendere "ricerche sull'anima" sarebbe certamente rimarchevole per il progresso scientifico. Ma il progresso scientifico non sarà in grado di trovare l'anima. La presenza dell'anima può essere accettata semplicemente da una comprensione che la dimensione dell'anima è la decimillesima parte di un punto. Lo scienziato materialista non può misurare la lunghezza e la larghezza di un punto. Quindi non è possibile allo scienziato materialista catturare l'anima. Potete solo accettare l'esistenza dell'anima prendendola dall'autorità Vedica. Ciò che stanno scoprendo i grandi scienziati è stato da noi spiegato molto tempo fa".







ALTI SACERDOTI

Gli scienziati moderni usano dati circostanziali per sostenere ogni sorta di teorie su cose che non sono in grado di percepire direttamente (vedi per esempio le particelle atomiche e subatomiche). Perché dunque essi non accettano l'evidenza circostanziale dell'esistenza dell'anima?
C'è una completa spiegazione sull'esistenza dell'anima nella Bhagavadgita e una piena verifica nella nostra esperienza quotidiana.
Gli pseudo scienziati che sostengono che la vita viene dalla materia, che nacque per caso, e che muore assieme al corpo, sfidano non soltanto l'autorità Vedica ma persino il buonsenso e la loro stessa esperienza pratica.
La Bhagavadgita definisce la loro filosofia demoniaca: "I demoni dicono che non c'è nessun Dio che dirige, che tutto in questo mondo è un prodotto dell'attrazione fortuita tra i vari corpi materiali" (Bg. 16.8)
Questi demoni, mascherati da scienziati, vogliono indebolire il credo in Dio e nell'anima: "Non c'è nessun Dio. Non c'è nessuna anima. La scienza è Dio e noi siamo gli alti sacerdoti".
Sulla base di questa filosofia la gente è diventata sempre più materialista e priva di fede. Abbiamo iniziato a pensare: "Dunque non c'è Dio, non c'è anima e non c'è vita dopo la morte. Ciò significa che non ci sono peccati e che non c'è karma. Quando il tuo corpo è finito, è finito tutto. Puoi quindi fare tutto quello che vuoi".
Ma, come dice la Bhagavadgita: "Partendo da tali conclusioni, i demoniaci, smarriti e privi d'intelligenza, si dedicano ad opere dannose e infami, che mirano a distruggere il mondo.
Credono che godere dei sensi fino all'ultimo istante di vita sia la necessità principale dell'uomo. Così la loro ansietà non trova fine". (Bg. 16.9,11)
Abbiamo naturalmente un'altra possibilità. Possiamo seguire gli insegnamenti della Bhagavadgita e comprendere il fenomeno della vita e il processo della nascita e della morte. E alla fine ci libereremo dalla nascita e dalla morte ed entreremo nella vita eterna.
Dipende da noi se seguire la scienza atea o la scienza dell'anima. Non facciamo perciò la scelta sbagliata.
E' una questione di vita o di morte.















KRSNA
LO SCOPO DELLA VITA

di CITRAKA DASA

La natura originale dell'anima è satcit-ananda vigraha cioè eterna e piena di conoscenza e felicità. Facendo parte dell'energia marginale del Signore, l'anima a volte subisce il fascino di un'altra Sua energia, la Sua potenza esterna che si chiama mahamaya. Questo accade poiché l'anima sviluppa il desiderio di sperimentare la posizione del Signore stesso.
Il Signore, che è l'origine e la causa di tutte le cause, è il Supremo beneficiario e proprietario di tutto ciò che esiste, essendo tutto parte di Egli stesso e delle Sue energie. L'anima, che ha come eterna funzione (sanatanadharma) dare piacere al Signore ed essere oggetto del Suo godimento, vuole cambiare ruolo per sperimentare la posizione del goditore. E, siccome nel mondo spirituale non esiste altra entità al di là di Krsna, l'anima tenta di usare il Signore per realizzare questo tipo di desiderio. Il che è contrario alla costituzione della realtà trascendentale e alla volontà di Dio. Ma avendo dato libertà di scelta, Krsna crea il mondo materiale e concede, alle anime separatiste, di tentare di soddisfare i propri desideri in quella realtà. Così come una mamma dà della plastilina al figlio per permettergli di soddisfare la sua propensione alla manipolazione, l'Essere Supremo dà all'anima la Sua energia materiale, costituita da ventiquattro elementi (terra, acqua, fuoco, aria, etere, ecc.) perché la usi in questo gioco "proibito", cioè cercare di essere Dio e di agire come Lui.
Intanto Egli si nasconde dalla visione e dalla coscienza di questi figli ribelli, pronto a riapparire di nuovo quando essi lo desidereranno, forse dopo innumerevoli incarnazioni e altre avventure nel mondo materiale. La forma umana dà all'anima la possibilità di esprimere questo desiderio di tornare a Dio. In questa specie, l'anima può finalmente cambiare la sua mentalità e il suo atteggiamento nei confronti del Signore. Infatti tutta la creazione cosmica, in ultima analisi, ha come scopo di impartire questa educazione alle anime condizionate che vagabondano dentro a essa. La sofferenza sperimentata durante quest'incubo dell'anima è imposta, non come ira di un Dio vendicativo nei confronti delle anime ribelli come spesso è erroneamente compresa, ma per indicare gli errori e stimolare il cambiamento. Quindi l'educazione spirituale mira a un cambiamento: cambiamento di coscienza, cambiamento di mentalità, cambiamento di cuore.
L'educazione spirituale è un metodo (o un processo) dato da Dio stesso fin dall'inizio della creazione. Questa conoscenza insegnata da diversi rappresentanti del Signore o da Egli stesso (avatara) a seconda dei luoghi e delle circostanze, mira a distaccare l'anima dal suo falso ruolo di goditore dell'energia materiale per ristabilirla nella sua eterna relazione di amore e di servizio per Dio.
Lo scopo quindi è di cambiare dalla mentalità materiale alla mentalità spirituale. Materiale significa in relazione con il piacere egoistico; spirituale significa in relazione con il piacere del Signore.
Il piacere materiale è temporaneo e causa conseguenze negative. Per esempio la mentalità "usa e getta" caratteristica di questo tipo di piacere: godi ora e paghi dopo.
Vediamo come i problemi di questa società attuale provengano proprio da questa mentalità materiale. Cercando il piacere immediato sfruttiamo il pianeta e le sue risorse creando terribili conseguenze. Godendo dell'effetto temporaneo degli intossicanti (sigarette, caffè, alcool o droghe pesanti) sviluppiamo dipendenza, oltre al pericolo delle malattie e la tendenza alla criminalità. Cercando di godere di una vita sessuale irresponsabile accettiamo l'aborto, la prole non desiderata e le loro conseguenze come la sovrappopolazione, la fame, le epidemie, ecc. Credendo nel facile guadagno imbrogliamo e aggrediamo, rovinando le nostre relazioni e perdendo la nostra tranquillità. Si specula su tutto, sullo sport, sul lavoro e sul divertimento. Si perdono grandi fortune ai giochi d'azzardo rovinando famiglie intere e le vite di migliaia di persone. Questa mentalità spinge la gente a spendere più di quanto guadagni, con il sistema di ottenere prestiti e di acquistare a rate, "si compra oggi e si paga domani" ipotecando il proprio futuro all'altare del consumismo. C'è dura competizione per la "poltrona" del potere dove si cerca di salire non per qualifiche reali ma con raccomandazioni, imbrogli, violenze, ecc. Tutti sintomi di una mentalità materialista che è sinonimo di irresponsabilità e di egoismo. Irresponsabilità significa che si agisce senza prendere in considerazione le conseguenze delle proprie azioni. Egoismo è che si pensa strettamente in relazione con i proprii interessi personali senza comprendere di essere parte di un tutto dal quale si è completamente dipendenti. Si cercano mille modi per tentare di risolvere i problemi di oggi: cambiando partito, cambiando lavoro, cambiando paese, cambiando famiglia, cambiando sesso, ecc. Ma finché non si cambia la propria mentalità materialista in spirituale non ci sarà beneficio. E questo cambiamento è il risultato dell'educazione spirituale. Ma dove si insegna oggi questa educazione spirituale? Le scuole e le università insegnano agli studenti come diventare abili a guadagnare il "pane". Spesso la religione si pratica come inseguimento di riti fine a se stesso, e l'unica preoccupazione dei genitori è di provvedere al benessere materiale dei figli.
Ogni persona che ha realizzato lo scopo ultimo della vita non può che cercare di farlo conoscere agli altri. Infatti vediamo che tutti i santi e i puri devoti del Signore hanno sempre dedicato le loro energie e le loro vite all'insegnamento di queste verità. Il movimento per la Coscienza di Krsna è la creazione di un puro devoto, che realizzando questa istituzione educativa ha portato un contributo significativo alle carenze spirituali della nostra società. Questo movimento è destinato a distribuire sistematicamente educazione spirituale in modo autorizzato, pratico ed efficace. Partecipando a qualsiasi livello alle attività culturali, filosofiche e religiose di questa associazione, ognuno sperimenterà un cambiamento concreto nella propria mentalità, coscienza e cuore, realizzando così il vero scopo della vita umana.
Non è una scelta per pochi o un impegno a cui dedicarsi nel tempo libero come hobby, ma è interesse di ognuno tornare alla propria posizione originale di eternità, felicità e conoscenza.















BIG BANG
UNA TEORIA OPINABILE

seconda parte



La fisica quantistica e la realtà

Anche tutte le moderne teorie cosmologiche dipendono dalla meccanica quantistica, che definisce l'attività delle particelle atomiche e subatomiche. La fisica quantistica differisce in modi fondamentali dalla fisica classica newtoniana.
La fisica classica si occupa del comportamento della materia solida, ma la fisica quantistica si occupa soltanto delle espressioni matematiche di osservazioni e misurazioni. La realtà materiale solida scompare. Il fisico Werner Heisenberg, premio Nobel, ha dichiarato: "E' ormai chiaro che non possiamo più parlare del comportamento della particella ma soltanto del processo dell'osservazione. Di conseguenza, finiamo con l'essere indotti a credere che le leggi della natura che formuliamo matematicamente mediante la teoria dei quanti non abbiano più a che fare con le particelle stesse ma con la nostra conoscenza di particelle elementari".
In aggiunta all'apparato sperimentale, 17 l'osservatore doveva essere introdotto nell'analisi come un esplicito elemento distinto dall'apparato.
Ma esistono problemi fondamentali nell'applicazione della meccanica quantistica all'universo. Per definizione, l'universo comprende tutti gli osservatori, perciò è improbabile avere un osservatore esterno di un sistema fisico universale. In un tentativo di formulare una versione della meccanica quantistica che non richieda un osservatore esterno, fisici eminenti come John Wheeler hanno ipotizzato che l'universo si scinda continuamente in innumerevoli copie. Ciascun universo parallelo contiene osservatori in grado di vedere quella particolare serie di alternative quantistiche, e secondo questa teoria tutti questi universi sono reali.
In relazione a ciò, Bryce D. Witt scrive in Physics Today (La fisica contemporanea): "Ricordo ancora lo shock che provai al mio primo incontro col concetto della molteplicità dei mondi. L'idea di 10 alla centesima potenza e più copie imperfette di noi stessi che continuano a scindersi in copie ulteriori, che alla fine diventano irriconoscibili, non è facile da conciliare col senso comune. E' schizofrenia ad oltranza". 18
Se gli scienziati vogliono una teoria del big bang sull'origine dell'universo che possa
essere coerente con la meccanica quantistica, questa è una delle bizzarre ipotesi che sono costretti a escogitare.
Ma altri problemi ancora sono in agguato sul sentiero della riduzione materialistica che la maggior parte degli scienziati stanno percorrendo. E' un peccato che sia la relatività generale che la meccanica quantistica conducano a conseguenze bizzarre e non realistiche quando sono applicate a questioni cosmologiche. Ma queste difficoltà si assommano in misura esasperante perché le speranze degli scienziati di descrivere in modo adeguato l'universo e i suoi inizi dipendono dalla combinazione di entrambe le teorie. Il risultato proposto sarebbe una Grande Teoria Unificata in grado di descrivere tutte le forze all'opera nell'universo mediante un'unica espressione matematica di vasta portata. La relatività generale è necessaria per spiegare la struttura fondamentale dello spaziotempo. La meccanica quantistica è necessaria per spiegare il comportamento delle particelle subatomiche. Purtroppo queste due teorie evidentemente si contraddicono.
Il primo passo verso questa integrazione matematica è la teoria dei quanti, che tenta di descrivere il comportamento degli elettroni mediante una combinazione della meccanica quantistica e della teoria einsteiniana della relatività particolare. Questa teoria ha ottenuto notevoli successi. Eppure il fisico inglese P.A.M. Dirac, vincitore di un Premio Nobel e inventore della teoria, confessò: "Appare del tutto impossibile porre la teoria su una solida base matematica". 19
Il secondo e più difficile passo sarebbe quello di combinare la relatività generale con la meccanica quantistica, e nessuno ha la più pallida idea di come ciò sia possibile. Un'autorità del calibro del fisico Steven Weinberg, anch'egli insignito di un Premio Nobel, ammette che ci vorrà un secolo o due per mettere d'accordo le due matematiche. 20
I cosmologi affermano di aver bisogno della Grande Teoria Unificata per descrivere l'origine dell'universo, e non l'hanno ancora. Questo può solo voler dire che i loro modelli del big bang e dell'universo inflazionario sono privi di un solido fondamento. Fin dai tempi di Newton e di Galileo il programma della scienza fisica è stato quello di esprimere ogni cosa in termini matematici. Inoltre la descrizione matematica dev'essere confermata dall'osservazione e dagli esperimenti controllati. Abbiamo mostrato che le teorie del big bang non riescono a soddisfare questi requisiti. E' anche stato rilevato che le teorie fisiche devono possedere il requisito della semplicità, e le teorie del big bang sono manchevoli anche sotto questo punto di vista, poiché diventano, come abbiamo visto, sempre più bizzarramente contorte. Proprio ciò che non sarebbe piaciuto a Galileo e a Newton: storielle per colmare le lacune nelle nostre conoscenze.
Le teorie del big bang parrebbero quindi essere qualcosa di meno di reali spiegazioni scientifiche dell'origine dell'universo. Ciò nonostante, nelle riviste popolari e nelle trasmissioni scientifiche televisive, nonché nelle aule scolastiche, gli scienziati danno al pubblico l'impressione di essere già riusciti a dimostrare esattamente come l'universo si sia originato semplicemente in virtù di leggi fisiche. E non c'è nulla di più lontano dalla realtà.
Che dire delle galassie?
Abbiamo visto che il tentativo dei cosmologi d'includere l'universo entro gli angusti confini delle loro ristrette concezioni materialistiche non è riuscito a spiegare le origini del cosmo. Inoltre, abbiamo visto che le loro teorie non spiegano neppure quanto secondo loro è oggi presente nell'universo. Per esempio, la teoria del big bang non spiega l'esistenza delle galassie. Immaginiamo uno scienziato di genio che conosca le moderne teorie cosmologiche ma non l'astronomia basata sulle osservazioni. Sarebbe egli in grado di predire il formarsi delle galassie? La risposta è negativa. Un universo fatto di una nube di gas uniformemente distribuito è l'unico risultato coerente con le odierne formulazioni della teoria. Questa nube avrebbe una densità di forse un atomo ogni molte decine di centimetri quadrati, cioè sarebbe poco più di un vuoto perfetto. Per avere qualsiasi altra cosa sarebbero necessarie speciali modificazioni delle condizioni iniziali dell'universo, e gli scienziati trovano difficile giustificare modificazioni del genere. Tradizionalmente, una teoria da cui non si possono trarre valide predizioni senza dover ricorrere ad astruse complicazioni è di valore discutibile.
Come dice Steven Weinberg nel suo libro The First Three Minutes, "La teoria della formazione delle galassie è uno dei principali problemi dell'astrofisica, un problema che oggi sembra lontano dal trovare soluzione". 21
E subito dopo aggiunge: "Ma questa è un'altra storia". Invece no, aspetta un momento: è proprio questa la storia! Se la teoria del big bang non può spiegare la causa iniziale dell'universo o fondamentali caratteristiche dell'universo come le galassie, allora cosa spiega? Non molto, a quanto pare.







La massa mancante

Si presume che la teoria del big bang spieghi l'universo, ma un grave problema è che molte caratteristiche dell'universo stesso non sono comprese abbastanza chiaramente da essere l'argomento di tale spiegazione. Un grande mistero è il problema della massa mancante. Il fisico David Schramm, dell'Università di Chicago, spiega: "In base a tutta la luce emessa dalla Via Lattea, possiamo stimare che la nostra galassia contenga la massa di circa cento miliardi di soli. Ma una volta che prendiamo lo stesso oggetto (la Via Lattea) e vediamo come interagisce con un'altra galassia, come la nostra vicina Andromeda, troviamo che la nostra galassia sta gravitando verso Andromeda come se avesse una massa quasi dieci volte maggiore". 22
Sembra così che oltre il 90% della massa dell'universo sia mancante. Particelle subatomiche fantasma chiamate neutrini sono state proposte come soluzione. In origine, però, i fisici non assegnarono una massa all'invisibile neutrino, mentre ora gli è stata improvvisamente assegnata una massa sufficiente a spiegare la materia mancante nell'universo nella sua totalità. Molto comodo.
Quindi, anche se lasciamo da parte la questione delle origini più remote e scendiamo al quadro dell'universo così com'è oggi, molti interrogativi rimangono senza risposta. Gli scienziati assicurano al pubblico con un'aria di assoluta convinzione di sapere che l'universo si estende per x milioni di anni luce e che è esistito per un totale di y miliardi di anni. Essi sostengono di aver identificato tutti i maggiori corpi dell'universo per quello che sono: lontane stelle, galassie, nebulose, quasar, eccetera. Eppure nemmeno la locale Via Lattea è chiaramente compresa. Per esempio, sullo Scientific American il noto astronomo Bart J. Bok scrisse: "Ricordo la metà degli anni Settanta come un'epoca in cui io e gli altri osservatori (della Via Lattea) eravamo notevolmente sicuri di noi stessi... non sospettavamo che ben presto sarebbe stato necessario accrescere di tre volte o più il raggio della Via Lattea e accrescere la sua massa di un fattore di 10". 23
Se misurazioni tanto basilari hanno di recente dovuto essere così drasticamente rivedute dopo tanti decenni di osservazione, cosa può riservarci il futuro? Ci saranno ancora più drastiche revisioni?
Anche quando passiamo al nostro sistema solare, troviamo che esistono problemi fondamentali. La spiegazione tradizionale dell'origine dei pianeti  cioè che si sono condensati da nubi di polvere cosmica e gas  è molto traballante perché le equazioni fra le interazioni delle nubi gassose non sono mai state risolte in modo soddisfacente. L'inglese William McRae, professore di anatomia presso l'Università del Sussex e già presidente della Società Astronomica Reale, afferma: "Il problema dell'origine del sistema solare è forse il più importante di tutti i problemi insoluti dell'astronomia". 24
Dovrebbe essere chiaro a questo punto ad ogni osservatore imparziale che la strategia della riduzione materialistica seguita dai cosmologi non ha permesso loro di giungere a solide conclusioni sull'origine e la natura dell'universo, nonostante il loro atteggiamento pubblico. Non c'è indubbiamente nessun impellente motivo che obblighi qualcuno ad insistere che le soluzioni definitive ai problemi cosmologici debbano essere contenute in semplici leggi fisiche espresse in termini matematici facilmente osservabili. Il metodo quantitativo, anzi, si è dimostrato inadeguato a spiegare molti fenomeni notevolmente alla nostra portata; a maggior ragione sarà inadeguato a spiegare il vasto universo. E' quindi senz'altro troppo presto per escludere approcci alternativi, approcci che coinvolgono princìpi che vanno oltre le leggi note della fisica.







Un quadro diverso della realtà

Possono in effetti essere all'opera cause nonfisiche nella storia dell'universo, e potrebbero anche esistere regioni nonfisiche del cosmo. Il fisico David Bohm ammette: "E' sempre aperta la possibilità che esista una varietà illimitata di proprietà, qualità, entità, sistemi, livelli, ecc., addizionali, per cui valgano tipi di leggi di natura corrispondentemente nuove". 25
E' quindi senz'altro possibile che la nostra comprensione delle leggi naturali continui ad evolversi, e che possa emergere un quadro della realtà del tutto diverso da quello oggi accolto dalla maggior parte della gente.
Come abbiamo già visto, con universi infinitamente rimbalzanti e infinitamente frammentantisi, alcuni dei modelli e concetti proposti dai cosmologi sfidano già la nostra concezione delle cose che ci sembra dettata dal buonsenso. Non si pensi che queste strane idee escano dalla corrente principale del pensiero scientifico. Tutte le nozioni che abbiamo preso in considerazione sono in realtà le speculazioni più sobrie e rispettabili che si possano fare.
Consideriamo ora alcune idee ancora più bizzarre attualmente in gran voga nel mondo della moderna cosmologia. Lo scienziato John Gribbin, autore di White Holes (Buchi bianchi), un libro dove sono compendiati questi argomenti, li definisce in modo ammirevole "l'ultimissima serie di voli della fantasia compiuti dai pensatori creativi che oggi chiamiamo scienziati... anziché profeti, veggenti od oracoli". 26
Uno è il buco bianco: un quasar che fa sgorgare galassie in uno zampillo cosmico. "E' possibile", si chiede Gribbin, "che i buchi bianchi si frammentino realmente in modo tale che le galassie si riproducano come amebe, per partenogenesi? Ciò appare così improbabile sulla base della nostra esperienza quotidiana del comportamento della materia che vale la pena di considerare le teorie standard della formazione delle galassie per rendersi conto di quanto sia disperata l'impresa di usarle come spiegazioni dell'Universo reale. La fissione di buchi bianchi potrebbe apparire come una soluzione a cui ricorrere come extrema ratio, ma quando nessun'altra teoria fornisce alcun tipo di soluzione soddisfacente, tale soluzione è sicuramente quella che dobbiamo accettare". 27
Un'altra idea presa in seria considerazione dai cosmologi è quella dei tunnel spaziotemporali o "buchi di vermi cosmici". Discussa seriamente la prima volta nel 1962 dal fisico John Wheeler nel suo libro Geometrodynamics, l'idea è penetrata nella coscienza popolare attraverso film fantascientifici come Guerre stellari, dove delle navi spaziali si scagliano attraverso l'iperspazio, compiendo così viaggi intergalattici che
normalmente richiederebbero milioni di anni alla velocità della luce. Alcune versioni dei "buchi di vermi" li vedono come ingressi nel passato e nel futuro, o addirittura in altri universi.
Nella prima parte di questo secolo, Eistein ipotizzò una quarta dimensione: oggi che le implicazioni di queste equazioni relative al campo gravitazionale sono più pienamente esplorate, vengono aggiunte ulteriori dimensioni. Paul Davies, un fisico teorico, scrive: "Oltre alle tre dimensioni dello spazio e alla dimensione temporale che percepiamo quotidianamente, esistono sette dimensioni extraspaziali che sono passate fino a ora inosservate".
Scopo di queste descrizioni è dimostrare che persino gli scienziati materialistici sono costretti a spingersi in spiegazioni dell'universo che costringono a un incredibile sforzo mentale. Ma dobbiamo fare sforzi mentali solo nelle direzioni indicate dalla scienza? Forse li potremmo fare anche in altre direzioni. Se siamo in grado di contemplare dimensioni materiali molto elevate, perché non dovremmo poter contemplare dimensioni di tipo completamente diverso? C'è un'effettiva necessità di idee nuove, idee che metteranno indubbiamente in discussione l'attuale strategia scientifica e riduttiva sulla comprensione dell'universo secondo la quale questo è in ultima analisi semplice e descrivibile esaurientemente in termini di leggi quantitative.
Supponiamo però che non sia così. L'universo ci appare certamente un complesso illimitato con aspetti inavvicinabili dai metodi quantitativi. E se è così, come conoscerlo? Le sue innumerevoli caratteristiche, complesse e ordinate, suggeriscono come causa un progettista intelligente. Se la causa di fondo dell'universo è un essere supremo e intelligente, si può sperare di comprendere la natura
ultima della realtà ottenendo informazioni da questo essere. L'esistenza di tale
essere è certamente un'ardita proposta ma
non più ardita di quella che sostiene che
tutto può essere spiegato da semplici leggi
fisiche espresse matematicamente. E
proprio come nel caso della strategia
quantitativa, il valore di questa strategia
alternativa potrà essere giudicato solo dal
successo con cui verrà applicata. Sarebbe
ingiusto rifiutarla senza prima averla
neppure utilizzata per conoscere la realtà
in modo pratico.
A molti l'idea di un'intelligenza suprema farà venire in mente la visione del
mondo del fondamentalismo cristiano, e
questo desterà diverse reazioni. Ma le
alternative alle moderne teorie dei cosmologi non si limitano all'interpretazione cristiana fondamentalista della
Genesi. Così come esistono molte possibili spiegazioni materialistiche dell'origine dell'universo, ci sono molte
spiegazioni possibili basate su un creatore personale.
Per coloro che cercano di ampliare le
loro opzioni intellettuali, una ricchissima fonte d'idee per la comprensione del
cosmo e del nostro posto in esso è la conoscenza Vedica dell'antica India. I Veda
comprendono una cosmologia estremamente sofisticata. Alcuni dei concetti sono
radicalmente diversi da quelli che oggi
vengono propagati; altri sono sorprendentemente complementari con le
moderne scoperte scientifiche. Per esempio, Carl Sagan, mentre si trovava in
India per filmare un pezzo per la sua serie
televisiva Cosmos, ebbe a dichiarare:
"Le idee cosmologiche antiche più sofisticate provengono dall'India. L'induismo (basato sui Veda) è l'unica religione
in cui le scale temporali corrispondono
alla cosmologia scientifica". Egli osservò che i saggi dell'India sostenevano
che l'universo attraversava cicli progressivi di creazione e di distruzione in archi
di tempo della durata di miliardi di anni.
Come nella scienza moderna, un'unità basilare della materia è l'atomo (in
sanscrito anu), ma i Veda contemplano
anche particelle di coscienza denominate
jivatma nonché un principio cosciente superiore integrativo, il paramatma (Anima Suprema). L'Essere Supremo, visto
come la fonte di una varietà di energie
fisiche e universali, è descritto come una personalità simultaneamente onnipresente e localizzata, in cui l'universo esiste e
che esiste in ciascun atomo dell'universo.
Come vedremo nei vari articoli di
questa rivista, queste idee possono fornire una comprensione più completa e coerente dell'origine e della natura dell'universo. La coscienza in particolare è un aspetto fondamentale della realtà che non può essere ignorato in teorie che tentano di spiegare esaurientemente il cosmo. In un'epoca in cui gli scienziati propongono cose come universi che si moltiplicano e che si frammentano, buchi cosmici per viaggiare da una regione dello spaziotempo all'altra, universi dove il tempo s'inverte, un'undicesima dimensione dello spaziotempo, ecc., le antiche concezioni trascendentali reperibili nei Veda non dovrebbero essere accantonate senza essere tenute in debita considerazione. I modelli del big bang e dell'universo inflazionario, che poggiano su fondamenta matematiche e teoriche quanto mai instabili, non sono indubbiamente riusciti a fornire risposte adeguate a interrogativi fondamentali circa l'universo, le galassie, i pianeti e le forme di vita che oggi vi si trovano. Forse una coscienza suprema, un ingegnere supremamente intelligente  e non una serie di equazioni matematiche impersonali  è la spiegazione ultima di questo universo che oggi ci appare così inesplicabile.



Bibliografia

1. Erwin Schrodinger, What Is Life? and Mind and Matter, Cambridge,
Cambridge University Press, 1967, p. 68.
2. Richard Wolkomir, "Quark City", Omni, febbraio 1984, p. 41.
3. Kenneth E. Boulding, "Science. Our Common Heritage ", Science, Vol. 207, 22 febbraio 1980, p. 834.
4. Sir Bernard Lovell, "The Universe", The Random House Encyclopedia, New York, Random House, Inc., 1977, p. 37.
5. Steven Weinberg, The First Three Minutes, New York, Bantam, 1977, p. 94.
6. S. W. Hawking e G. F. R. Ellis, The Large Scale Structure of SpaceTime, Cambridge, Cambridge University Press, 1973, pp. 36263.
7. Idem, p. 364.
8. Sir Bernard Lovell, op. cit., p. 37.
9. S. W. Hawking e G. F. R. Ellis, op. cit., p. 360.
10. Steven Weinberg, op. cit., p. 143.
11. Alan H. Guth e Paul J. Steinhardt, "The Inflationary Universe", Scientific American, maggio 1984, p. 127.
12. Mitchell Waldrop, "Before the Beginning", Science 84, gennaio/febbraio 1984, p. 51.
13. Alan H. Guth e Paul J. Steinhardy., op. cit. p. 128.
14. S. W. Hawking e G. F. R. Ellis, op. cit., p. 1.
15. Ilya Prigogine, From Being to Becoming, San Francisco, W. H. Freeman and Co. 1980, p. 20.
16. Ilya Prigogine, op. cit., p. 20.
17. Werner Heisenberg, "The Representation of Nature in Contemporary Physics", Daedalus, Vol. 87, No. 3, 1958, pp. 95108.
18. Bryce D. Witt, "Quantum Mechanics and Reality", Physics Today, settembre 1970, p. 33.
19. P. A. M. Dirac, "The Evolution of the Physicist's Picture of Nature", Scientific American, maggio 1963, pp. 4553.
20. David Hunter, "The Grand Unification of Physics", Softalk, marzo 1984, p. 91.
21. Steven Weinberg, op. cit. p. 68.
22. Marcia Bartusiak, "Missing: 97% of the Universe", Science Digest, dicembre 1983, p. 53.
23. Bart J. bok, "The Milky Way Galaxy", Scientific American, marzo 1981, p. 94.
24. William McRae, "The Origin of Earth, Moon, and Planets, in The Encyclopedia of Ignorance, a cura di Ronald Duncan e Miranda Weston-Smith, New York, Pergamon Press, Ltd., 1977, p. 48.
25. David Bohm, Causality and Chance in Modern Physics, Londra, Routledge and Kegan Paul, Ltd., 1957, p. 133.
26. John Gribbin, White Holes, New York, Delacorte Press, 1977, p. 9.
27. John Gribbin, Ibidem, p. 107.
28. Paul Davies, "The Eleventh Dimension", Science Digest, gennaio 1984, p. 72.




figure:
Un mistero cosmico d'immense proporzioni: le galassie possono essere circondate da un alone di materia invisibile contenente fino a nove volte la loro massa visibile.

Per oltre un secolo gli scienziati hanno sostenuto che i pianeti si sono formati per la contrazione gravitazionale di nubi di gas. Ma non sono stati in grado di mostrare ciò in termini matematici o di verificarlo con l'osservazione.

Alcuni teologi cercano di riconciliare tra loro religione e scienza dicendo che
l'universo ubbidisce soltanto alle leggi della fisica e che Dio è il garante di tali leggi.
Ma questo compromesso toglie significato alla religione privando Dio della Sua
onnipotenza e non lasciandoGli alcun ruolo attivo nelle vite dei fedeli.

Se siamo in grado
di contemplare
dimensioni materiali
molto elevate,
perché non
dovremmo poter
contemplare dimensioni
di tipo completamente
diverso?

I fisici moderni hanno postulato l'esistenza di varie dimensioni o di vari livelli di realtà. Anche la letteratura Vedica dell'antica India descrive varie dimensioni o livelli di realtà, compresi livelli materiali superiori, e livelli ancora più elevati meglio descritti come spirituali o trascendentali. Essi corrispondono a livelli diversi di percezione conscia.















I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA

Purezza E Libertà

Conversazione tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e un sacerdote. Londra, Luglio 1973



Srila Prabhupada: Nei nostri templi sono previsti regolari programmi coscienti di Krsna in modo che tutti possano purificarsi all'interno e all'esterno. Yah smaret pundarikaksam sa bahyabhyantarah sucih. Se si ricorda costantemente il Signore Supremo dagli occhi di loto, ci si purifica automaticamente internamente ed esternamente, perché il Signore è assoluto. Il modo migliore per ricordare il Signore è cantare il Suo santo nome. Il Signore e il Suo nome sono identici. Nel mondo materiale che è un mondo di dualismo, il nome non
rappresenta la sostanza. Se vi serve dell'acqua, non calmerete la vostra sete cantando: "acqua, acqua". Vi serve l'elemento acqua. Nel mondo spirituale invece il Signore e il Suo nome sono la stessa cosa. Se cantate Krsna o qualsiasi altro Suo nome, quel nome è identico al Signore stesso. Cantando perciò il santo nome del Signore, ci si associa con il Signore e quando ci si associa con Lui, ci si purifica perché il Signore è infinitamente puro. Se ci si avvicina al fuoco, ci si riscalda; similmente quando ci si associa continuamente con il Signore, ci si purifica. Perciò i nostri devoti cantano sempre (come faccio anch'io) o leggono libri su Krsna o parlano di Krsna. In questo modo sono sempre in contatto con Krsna, Dio, in tutte le nostre attività. In ogni parte del tempio vedrete i miei discepoli fare lavori che sono collegati a Krsna. Non ci sono lavori che non siano collegati a Lui. Nirbandhah Krsna-samhandhe. Qualsiasi cosa collegata a Dio è divina.
Sacerdote: Vedete, io non credo che le attività spirituali che sono esteriori possano realmente cambiare l'uomo al suo interno.
Srila Prabhupada: Si cambia internamente ed esternamente e lo potete vedere in pratica: i miei discepoli sono cambiati.
Sacerdote: Ma una persona può andare in chiesa alla domenica e dire di essere pura.
Srila Prabhupada: No. Il nostro programma è diverso da questo, una volta alla settimana. Noi ci impegniamo ventiquattro ore al giorno nel servizio a Krsna. Supponiamo che stiate lavando il pavimento del tempio. Non è solo un'attività esterna perché mentre lavate state anche pensando a Krsna, siete in Coscienza di Krsna. Si può lavare il pavimento ed essere in pura Coscienza di Krsna. Se la vostra piena coscienza è solo coscienza di Dio, rimarrete sempre divini. Non ci sono dubbi. Se dividete: tanto per le cose mondane e tanto per Dio, resterete impuri. Ma se mettete tutto al servizio del Signore, qualsiasi cosa farete sarà divina.
Sacerdote: Pensate sia possibile che un devoto arrivi a odiare Krsna?
Srila Prabhupada: Odiare Krsna?
Sacerdote: Sì, è possibile?
Srila Prabhupada: No, un devoto non può odiare Krsna altrimenti come potrebbe servirLo?
Sacerdote: Potrebbe arrivare a vedere Krsna troppo forte, repressivo, potrebbe sentirsi privato della sua libertà e potrebbe perciò cominciare a odiarLo.
Srila Prabhupada: Spiritualità significa sacrificare la propria libertà per Dio. Questa è la spiritualità.
Sacerdote: Perché allora siamo stati creati liberi?
Srila Prabhupada: Non siete liberi. Pensate di essere liberi ma non lo siete; dovete sottostare a precise leggi naturali. Naturalmente siete liberi in una certa misura perché siete parti di Dio che è completamente libero. Potete servire o non servire il Signore  questa è la vostra libertà. Se servirete il Signore sarete felici.
Sacerdote: Ma se servo il Signore non perderò quel poco di libertà che ho?
Srila Prabhupada: No, vera libertà è servire il Signore. Il mio dito per esempio è una parte del mio corpo: fintanto che è sano, servirà il corpo ma quando mi farà male, sarà ammalato, non servirà più. Similmente, quando un essere vivente non serve Dio, si trova in una condizione materiale, in una condizione insana. Quando serve Dio invece si trova nella sua condizione naturale, in una condizione sana perché è una parte di Dio.
Sacerdote: Quando perdiamo il contatto con Dio?
Srila Prabhupada: Quando abusate della vostra minuscola libertà. Immaginate per esempio un bambino che desideri essere indipendente dai suoi genitori. Scapperà molto presto e comincerà a vagare per la strada. Si ammalerà molto presto perché sarà costretto a nutrirsi di cibo inadatto o per la sporcizia e così via. Perderà la salute. Allo stesso modo noi dobbiamo dipendere da Dio. Anche voi pregate: "Signore, dacci oggi il nostro pane quotidiano". Riconoscete la vostra dipendenza da Dio. E' meglio perciò restare dipendenti da Dio che abusare della propria minuscola indipendenza. Rimanere dipendenti da Dio è uno stato salutare mentre non appena ci dichiariamo indipendenti ci troviamo in una condizione insana. Questa è la nostra filosofia e anche la vostra filosofia.
Sacerdote: Sì, questo lo accetto. Ma in questo mondo, con questi limiti di tempo e spazio, si può essere sani senza ammettere di essere dipendenti da Dio?
Srila Prabhupada: La nostra definizione di buona salute è essere coscienti di Dio. Questa è vita sana. Pensate forse che perché si è forti, si gode di buona salute?
Sacerdote: Potrei dire che il mio corpo è in buona salute.
Srila Prabhupada: E' uno stato temporaneo. Tutti devono morire. Anche se siete molto forte e sano non potete evitare di morire.
Sacerdote: No.
Srila Prabhupada: Quindi, in ultima analisi, che siate sano o ammalato, dovrete comunque morire. Questo è un dato di fatto. Noi non vogliamo quel genere di vita "sana".
Il nostro scopo è ritornare a casa, a Dio e rimanere con Lui in eterno, vivendo in piena gioia.
Questa è vita "sana".















IL CALENDARIO VAISNAVA

Sri Gaurabda 504, 1990/1991 dopo Cristo

1 Ottobre 90, lunedì
Dvadasi. Rompere il digiuno tra le 6.19 e le 10.14.

4 Ottobre 90, giovedì
Purnima Krsna Saradiya Rasa-yatra.
Scomparsa di Murari Gupta. Laxmi Puja.
Inizio del quarto mese di Caturmasia: digiuno di urad dahl.

8 Ottobre 90, lunedì
Scomparsa di Narottama dasa Thakura.

11 Ottobre 90, giovedì
Festival del bagno al Radha-kunda. Bahulastami.

12 Ottobre 90, venerdì
Apparizione di Viracandra.

14 Ottobre 90, domenica
Suddha Ekadasi. Digiuno per Rama Ekadasi.

15 Ottobre 90, lunedì
Dvadasi, rompere il digiuno tra le 6.37 e le 10.17.

18 Ottobre 90, giovedì
Diwali Festival. Sri Ramacandra torna ad Ayodhya e viene salutato con le lampade.

19 Ottobre 90, venerdì
Govardana Puja. Go Puja. Go Krda. Adorazione della collina Govardana.
Adorazione di Bali Maharaja. Apparizione do Rasikanandana.

20 Ottobre 90, sabato
Scomparsa di Vasudeva Ghosa.

22 Ottobre 90, lunedì
Scomparsa di Srila Prabhupada: digiuno fino a mezzogiorno.

27 Ottobre 90, sabato
Gopastami. Gosthastami.
Scomparsa di Gadadara Gosvami, di Dananjaya Pandita e di Srinivasa Acarya.

28 Ottobre 90, domenica
Jagadatri Puja.

30 Ottobre 90, martedì
Suddha Ekadasi. Digiuno per Utthana Ekadasi.
Scomparsa di Gaurakisora dasa Babaji: digiuno fino a mezzogiorno (la festa viene fatta il giorno seguente).
Bisma Pancaka.

31 Ottobre 90, mercoledì
Dvadasi: rompere il digiuno tra le 6.59 e le 7.58.















Festa della domenica

ecco gli ingredienti principali:
trascendenza, serenità, gusto superiore, devozione a Dio

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Tutte le domeniche pomeriggio al centro Hare Krsna più vicino a casa tua

Bergamo - Villaggio Hare Krishna  Chignolo d'Isola, Tel. 035/490706
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Cagliari - Località Niu Crobu, Flumini di Quartu, Tel. 070/805534
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Padova - Via delle Granze 107, Località Camin, Tel. 049/760007
Roma - Via Tor Tre Teste 142, Tel. 06/262913















IL GIOIELLO LETTERARIO DELL'INDIA MEDIOEVALE

Sri Caitanya caritamrita

L'opera, in otto volumi, presenta la vita e gli insegnamenti di Sri Caitanya Mahaprabhu.
Questa grande personalità spirituale dell'India del XVI secolo ha generato un profondo cambiamento nella società indiana soffocata nel sistema delle caste.
Facendo rivivere l'aspetto monoteista della tradizione religiosa indiana, Sri Caitanya, con la diffusione della coscienza di Krishna e del canto collettivo del mantra

hare krishna hare krishna
krishna krishna hare hare
hare rama hare rama
rama rama hare hare,

ha riportato l'attenzione di studiosi e religiosi sull'aspetto personale della Verità Assoluta, Sri Krishna.
Completata nella stesura originale bengalese l'anno 1616 da Krishnadasa Kaviraja Gosvami,
l'intera Sri Caitanyacaritamrita giunge soltanto ora ai lettori occidentali.

Un importante contributo allo studio dell'eredità religiosa, filosofica e culturale dell'India.












fine del numero di ottobre 1990.